Relativamente ai mezzi tecnici afferenti ai prodotti fertilizzanti esiste una nuova visione  dell’impiego dei microrganismi.
Il 25 giugno 2019 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE il Regolamento (UE) 2019/1009 che stabilisce norme relative alla messa a disposizione sul mercato dei fertilizzanti dell’UE, che modifica i regolamenti (CE) n. 1069/2009 e (CE) N.1107/2009 e che abroga il regolamento (CE) N. 2003/2003, esso contiene una disciplina completa sul comparto dei fertilizzanti.
Il nuovo regolamento entrerà in vigore il 16 luglio 2022, eccetto che per alcuni articoli. La novità, da tempo attesa nella regolamentazione, è la introduzione della categoria dei Biostimolanti. Il nuovo regolamento infatti indica le 7 Categorie funzionali del prodotto (PFC) per il prodotti fertilizzanti dell’UE (Allegato 1); la PFC 6 Biostimolante delle piante si suddivide in A. microbico delle piante e B. non microbico delle piante.
Dal punto di vista della trattazione diventa fondamentale approfondire questo aspetto proprio per l categoria PFC 6 (A) Biostimolante microbico delle piante.
La norma definisce le categorie di prodotti (talune sostanze, miscele e microrganismi, denominati prodotti biostimolanti delle piante, non rappresentano di per sé un apporto di nutrienti ma stimolano comunque i processi nutrizionali naturali delle piante).
Laddove tali prodotti siano intesi unicamente a migliorare l’efficienza dell’uso dei nutrienti delle piante, la tolleranza allo stress abiotico, le caratteristiche qualitative o l’aumento delle disponibilità dei nutrienti confinati nel suolo e nella rizosfera, sono per loro natura più simili ai prodotti fertilizzanti che non alla maggior parte delle categorie di prodotti fitosanitari.
Agiscono in aggiunta ai concimi, con lo scopo di ottimizzare l’efficienza di tali concimi e ridurre il tenore di apporto di nutrienti.
Tali prodotti dovrebbero pertanto essere autorizzati a recare la marcatura CE in forza del presente regolamento ed essere esclusi dall’ambito di applicazione del regolamento (CE) n. 1107/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio.
Dunque un 34.”Biostimolante delle piante “qualunque prodotto che stimola i processi nutrizionali delle piante indipendentemente dal suo tenore di nutrienti, con l’unica inalità di migliorare una o più delle seguenti caratteristiche della pianta o della rizosfera della pianta:
a) efficienza dell’uso dei nutrienti
b) tolleranza allo stress abiotico
c) caratteristiche qualitative
d) disponibilità di nutrienti confinati nel suolo o nella rizosfera (Articolo 47, Modifiche del regolamento (CE) n. 1107/2009).
Altra introduzione della norma sono le Categorie di materiali costituenti (CMC), vale a dire di cosa sono costituite le diverse PFC: ”Un prodotto fertilizzante dell’UE deve essere composto esclusivamente di materiali costituenti che rispettino le prescrizioni di una o più delle CMC elencate nel presente allegato ”(ALLEGATO II, Categorie di Materiali costituenti”). La norma, riferendosi alla PFC 6 (A), recita: “Un biostimolante microbico delle piante è costituito da un microrganismo o da un consorzio di microrganismi di cui alla CMC 7 delle parte II dell’allegato II” (PARTE II, Prescrizioni Relative alla PFC).

Nella CMC 7 è riportato:
“Un prodotto fertilizzante dell’UE che appartiene alla categoria PFC 6 (A) può contenere microrganismi, ivi compresi microrganismi morti o costituiti da cellule vuote, ed elementi residui innocui dei mezzi in cui si sono sviluppati che non abbiano subito trattamenti diversi dalla essiccazione o dalla liofilizzazione e siano riportati nella tabella seguente: -Azotobacter spp.-Funghi micorrizici-Rhizobium spp-Azospirillum spp
Altri due aspetti molto importanti sui microrganismi vengono introdotti da questo regolamento:
Poiché non sono soggetti a registrazione ai sensi del regolamento (CE) n. 1907/2006 o di qualsiasi altra normativa orizzontale dell’Unione che faccia obbligo ai fabbricanti di dimostrare che l’uso previsto è sicuro, i microrganismi dovrebbero essere autorizzati come materiali costituenti di prodotti fertilizzanti dell’UE solo nella misura in cui siano stati chiaramente identificati, siano supportati da dati che dimostrino che il loro uso è sicuro e siano indicati in un elenco esaustivo adottato sui tale base.

• Prescrizioni di etichettatura specifiche per prodotto (Allegato III, Parte II,)

PFC 6: BIOSTIMOLANTE DELLE PIANTE
Devono essere fornite le seguenti informazioni:
forma fisica, data di produzione e data di scadenza, metodi di applicazione, effetto dichiarato per ogni pianta bersaglio e qualsiasi istruzione pertinente relativa alla efficacia del prodotto, comprese le pratiche di gestione del suolo, la concimazione chimica, l’incompatibilità con prodotti fitosanitari, la dimensione raccomandata degli ugelli spruzzatori, la pressione della irroratrice e altre misure antideriva.

PFC6 (A): BIOSTIMOLANTE MICROBICO DELLE PIANTE
Tutti i microrganismi aggiunti intenzionalmente devono essere indicati. Se il microrganismo ha diversi ceppi, i ceppi aggiunti intenzionalmente devono essere indicati. La loro concentrazione deve essere espressa quale numero di unità attive per volume o peso o in qualsiasi altro modo pertinente per il microrganismo, ad esempio in unità formanti colonie per grammo (ufc/g).
L’etichetta deve contenere il seguente testo: ”I microrganismi possono provocare fenomeni di sensibilizzazione”.
Fin quando non sarà completamente in vigore il Regolamento resterà la normativa attuale di riferimento.
• Decreto legislativo 75/2010
• Regolamento CE 2003/2003
• Regolamento CE modificati dal nuovo Regolamento 1069/2009 e 1107/2009 e successive modifiche.

Prospettive
Esiste un altro aspetto importante nella valutazione dell’utilizzo dei microrganismi in agricoltura, legato alla preoccupazione per la sicurezza a dell’approvvigionamento e per i costi di fluttuazione dei fertilizzanti a base fosforo, che ha determinato un crescente interesse nei microrganismi che aiutano l’impianto di fosforo nel suolo (Richardson e Simpson, 2011).
I microrganismi e il fosforo sono strettamente collegati: l’uso del fosforo aumenta del 3% annuo e le riserve di fosfato di roccia sono scarse, stimate in 260m mld di ton. E dureranno forse per altri 150 anni al massimo. La futura scarsità di fosforo potrebbe mettere a rischio la sicurezza alimentare globale soprattutto in aree come l’Europa, dove non ci sono grandi riserve. Mentre in Europa quindi si è nella fase di avvio della regolamentazione sui prodotti fertilizzanti e quindi anche dei microrganismi, nel continente asiatico, in particolare Cina e India, l’utilizzo di questi ultimi è incentivato con sanzioni fiscali e sostegni alla produzione e distribuzione.